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La storia

Riccardo è nato l’undici gennaio 2011 con una grave malformazione dovuta a una massa tumorale alla testa di cui nessuno, nonostante tutti gli esami fatti durante la gravidanza, si era mai accorto. Alla nascita viste le gravi e inaspettate condizioni del bambino, non avendo i presidi e gli strumenti necessari per affrontare la sua patologia, dal reparto di neonatologia dell’ospedale di Sassari è stato disposto un trasferimento urgente con un volo militare presso l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”di Roma. Né a Sassari, né in tutte le altre strutture della Sardegna era infatti possibile trattare il bambino sia nell’immediato che nel lungo termine.

La massa tumorale ha fin da subito provocato una serie di problemi di non poco conto. Riccardo è tracheostomizzatoe alimentato tramite Peg, cioè viene nutrito attraverso un “tubicino” che arriva direttamente nello stomaco, passa la gran parte delle sue giornate nel box come un bimbo di pochi mesi, non ha mai avuto la possibilità di sbucciarsi le ginocchia per una caduta dopo una corsa, di fare un bagno al mare, di giocare col fratello o sporcarsi mangiando un gelato, di vivere la vita che tutti i bambini dovrebbero avere.

In tutti questi anni la sua condizione non è migliorata e a distanza di oltre un decennio la Sardegna non si è dotata di strutture adeguate a trattare patologie come quelle di Riccardo, obbligandolo con tutta la famiglia alla permanenza a Roma indispensabileper poter avere le migliori cure possibili. Permanenza che, come è facilmente immaginabile, incide pesantemente sulle finanze dei genitori.

Nello specifico la Asl di Sassari da un lato riconosce di non avere le risorse necessarie per garantire a Riccardo le giuste cure, dall’altro non eroga i rimborsi previsti dalla legge per tutte quelle persone chesono costrette a lasciare la propria Regione per potersi curare. Le varie richieste di chiarimenti e le sentenze di condanna non sono servite a nulla. La Asl si limita a erogare somme minime a fronte di quelle realmente dovute a fronte delle quali non restano che poche scelte: accettarle per necessità, intentare cause legali interminabili (come quella portata avanti dalla famiglia di Riccardo), oppure, cosa peggiore, a rinunciare alle cure.

Alle carenze del nostro Servizio Sanitario e a quelle della Regione Sardegna si aggiungono per Riccardo e per la sua famiglia quelle della giustizia. Come è accaduto a tante famiglie di disabili anche i genitori di Riccardo hanno intentato una causa contro i medici per non aver diagnosticato durante la gravidanza la grave malformazione che aveva colpito il bambino. E come è accaduto a tante altre famiglie, dopo anni, la causa è stata persa e i genitori sono stati condannati al pagamento delle spese processuali per l’ammontare di 50.000 euro. Un caso analogo a quello sollevato da Elena Improta nell’estate del 2023 e che conferma la necessità dell’istituzione di un fondo destinato a sostenere le spese legali delle famiglie dei disabili il cui stato è stato determinato da negligenze mediche o diagnostiche.

Questo sito nasce per aiutare Riccardo e la sua famiglia, ma anche e soprattutto per denunciare quanto accade ai tanti Riccardo che vivono nel nostro Paese e per dare una speranza e un aiuto a tutti quei genitori che devono supplire fisicamente, emotivamente e economicamente a uno Stato che non garantisce i diritti e i servizi necessari.

 

Io con il mio papà
Io con la mia mamma